C’è chi per abitudine lascia il caricatore del cellulare sempre connesso alla presa a muro. I motivi sono diversi: un po’ per pigrizia, un po’ per comodità e un po' perché principalmente non ci si rende conto di come questa azione possa impattare sulla vita di tutti i giorni.
Ma, dando un'occhiata in giro per il web, compaiono un’infinità di articoli su questo tema: lasciare il caricatore collegato alla presa senza il cellulare in ricarica consuma energia? È sicuro? E che ripercussioni potrebbe avere sulle bollette? Facciamo chiarezza.
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Caricabatterie nella presa della corrente: quanto consuma?
La risposta a queste domande si basa su un paragone: il caricatore del cellulare in standby è come la luce rossa del televisore. Preso singolarmente l’impatto che esso ha in termini di consumo è praticamente irrisorio, mentre se il bilancio dovesse venire esteso all’intero pianeta l’impatto che avrebbe invece non sarebbe altrettanto trascurabile. All’interno del dispositivo è presente un piccolo trasformatore che per via dei suoi (fisiologici) effetti dissipativi, drena una piccola quantità di energia dalla rete, anche quando il cellulare non è connesso ed in ricarica.Di conseguenza anche l’impatto che il singolo dispositivo avrà sulla bolletta in termini economici sarà minimo. Considerando poi che ad oggi il costo €/kWh della bolletta si aggira attorno ai 30 centesimi di euro, i conti sono presto fatti: 0,52 €/anno per un caricatore a filo mentre 4,20 €/anno per quello wireless. Dunque, in termini di consumo parliamo di costi minimi, tuttavia c'è un'importante impatto anti-ecologista: se tutti adottassimo questa pratica, l'impatto sull'ambiente sarebbe notevole.
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