Gli Stati Uniti scendono in campo in Libia contra il Daesh (Isis). Lo fanno con un raid pesante a Sabratha, nell’ovest del Paese. L’azione potrebbe rappresentare una svolta nel coinvolgimento di Washington sul fronte libico. Il tema, si ricorderà, è stato affrontato a vari livelli anche tra il governo di Obama e quello italiano.
Il primo bilancio è di "almeno 41 morti e 6 feriti" secondo quanto riporta
una nota del consiglio municipale della città, citando fonti mediche.
Il raid americano era diretto in particolare contro Noureddine Chouchane la presunta mente delle stragi
dello scorso anno in Tunisia, al museo del Bardo e sulla spiaggia di Sousse. Secondo il New York Times, che cita una fonte occidentale è stato centrato un campo di addestramento del Daesh e si afferma che sarebbero rimasti uccisi "oltre 30 jihadisti". Mentre resta incerta la sorte di Chouchane.
Secondo la fonte citata dal Nyt, il tunisino Chouchane è considerato uno dei più influenti
responsabili del Daesh ed è stato collegato alla strage del Bardo di marzo 2015, in cui morirono 24 persone tra le quali 4 italiani, e quella sulla spiaggia di Sousse, a giugno, che fece
38 vittime.
Jamal Naji Zubia, responsabile per i media stranieri di Tripoli, ha affermato che il raid americano ha centrato una casa colonica a diversi chilometri da Sabratha. I jihadisti uccisi nel raid sarebbero soprattutto di nazionalità tunisina.
Inoltre giunge la notizia che un altro esponente di rilievo
del Daesh, "Abou Abdallah", di origine palestinese, è stato
ucciso in Libia. Lo riferiscono i media libici. L'uomo, noto
anche con il nome di battaglia di Mefieh Abou Azer, sarebbe
arrivato in Libia da un anno con la moglie e due figli, originario di Rafah, la città egiziana al confine con la
Striscia di Gaza. Non ci sono però informazioni dettagliate sul luogo e sulle circostanze della sua morte.
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