«Non volevate essere coinvolti militarmente nel conflitto in Ucraina per ovvi motivi. Ma siete disposti a farvi coinvolgere militarmente per difendere Taiwan, se si dovesse arrivare a questo?». Quando è stata fatta questa domanda al presidente degli Stati Uniti, «Sì. Questo è l'impegno che abbiamo preso», è stata la risposta secca di Joe Biden. Il quale ha poi aggiunto: «Siamo d'accordo con la politica di “una sola Cina”. L'abbiamo firmata così come tutti i relativi accordi, ma l'idea che [Taiwan] possa essere presa con la forza, solo presa con la forza, è semplicemente non appropriata».Questo commento, apparentemente esplosivo, non è che l’ultimo di una serie di affermazioni sulla difesa a spada tratta da parte dell’Amministrazione Usa nei confronti della non riconosciuta Repubblica di Cina. Altrimenti detta Formosa, altrimenti detta Taipei o ancor meglio Taiwan. Insomma, tutto tranne che Repubblica Popolare di Cina, come il regime di Pechino vorrebbe invece fosse chiamato quel lembo di terra, sbianchettato da qualsiasi distinzione formale, amministrativa o geografica. Il partito unico comunista ha infatti previsto da programma quinquennale la ri-annessione dell’isola «ribelle» alla Cina continentale entro il 2025. Un rientro nella «madrepatria» che la democratica Taipei tuttavia ...
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