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S | Confinamenti, la stagione 2023/2024 del Teatro dell’Opera di Roma, alzerà il sipario il 27 novembre con il Mefistofele, composto da Arrigo Boito e diretto da Simon Stone, e proseguirà con un cartellone formato da 11 opere, 7 balletti e 5 concerti, 10 nuove produzioni, di cui 6 d’opera e 4 di danza, per un totale di 28 serate in più dello scorso anno. La stagione sarà seguita dal Caracalla Festival 2024, che vedrà in scena il balletto Carmen e l’omaggio a Giacomo Puccini nel centenario della scomparsa con Tosca e Turandot, proposte nel progetto creativo dell’archistar Massimiliano Fuksas. Il grandissimo artista figurativo Giulio Paolini, scelto in collaborazione con il MAXXI, ha rappresentato i titoli in cartellone con una serie di collage evocativi. S | Confinamenti segnerà non solo il debutto italiano nell’opera di registi internazionali come Simon Stone, Ersan Mondtag e il duo Le Lab, ma anche la prima volta all’Opera di Roma di Claus Guth, Allex Aguilera e Luca Micheletti in veste di regista. Non mancherà neppure il ritorno di Barrie Kosky, Deborah Warner e Damiano Michieletto, e sarà garantita la presenza di celebrati coreografi come William Forsythe, Benjamin Millepied e, per la prima volta al Costanzi, di un lavoro di Uwe Scholz. Accanto a loro si attesteranno le grandi bacchette di Marc Albrecht, Juraj Val?uha, Omer Meir Wellber e del direttore musicale Michele Mariotti, che proporrà ben 4 titoli operistici e 2 concerti. Tra le star della lirica compariranno Lisette Oropesa, Maria Agresta, Vittorio Grigolo, Erwin Schrott, John Osborn, Karita Mattila, Gregory Kunde e Simon Keenlyside. La stagione si fonderà su un’equilibrata alternanza di opere poco frequentate come il Mefistofele di Arrigo Boito, L’heure espagnole di Maurice Ravel, Jen?fa di Leoš Janá?ek e Peter Grimes di Benjamin Britten, con altre del grande repertorio classico come Il flauto magico, Otello e La sonnambula. Una prima assoluta sarà dedicata a L’ultimo viaggio di Sindbad, commissionata a Silvia Colasanti, e tratta dall’omonimo testo di Erri De Luca. Fuori cartellone tornerà invece il direttore onorario a vita Riccardo Muti, alla testa della Chicago Symphony Orchestra, per un evento dedicato ai 100 anni della Banca del Fucino. “La nuova stagione rappresenta la conferma e il potenziamento di un’idea di teatro che lo scorso anno avevamo definito con cinque aggettivi: aperto, curioso, sensibile, inclusivo, sfidante. S | Confinamenti diventa il nostro motto: con una linea a separare, ma anche a unire, il confine e il suo superamento” ha commentato il sovrintendente Francesco Giambrone. “Il nostro vuole essere un teatro che accetta la sfida di porre domande, di interrogarsi su quello che accade nel mondo attorno a noi, sui mutamenti sociali, sui grandi temi della contemporaneità e anche su quelli che sono propri dell’umanità da sempre. Non un universo chiuso in sé, che si autocompiace degli spettacoli che produce o degli artisti che porta in scena, ma un luogo che si apre al pensiero, al desiderio di conoscenza e a percorsi di crescita che, come tutti i viaggi che hanno come meta un teatro, non possono che renderci migliori”. Il successo dell’Opera di Roma ha travalicato i confini, come ha ricordato la direttrice del corpo di ballo Eleonora Abbagnato: “Tutti i giorni abbiamo richieste dall’estero. Stiamo portando il nostro corpo di ballo ad avere un successo internazionale”. Come ha concluso il sindaco di Roma e presidente della Fondazione del Teatro dell’Opera Roberto Gualtieri, “il Teatro dell’Opera di Roma è un’istituzione di grande tradizione per la cultura cittadina, nazionale e internazionale” e “sarà ancora una volta espressione culturale del grande patrimonio di bellezza che custodisce con cura e passione, dalla musica al canto, dalla danza agli allestimenti scenici”.
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